15 gennaio 2007

Cana - Quando si dice "Andare a Nozze"


Domenica scorsa (14/01/07) ero in bagno ed ascoltavo Radio Uno quando, come tutte le domeniche, l'emittente si è collegata a Radio Vaticana per la trasmissione della Messa. Ero talmente occupato... che non ho cambiato sintonia come faccio di solito e così, mi sono ascoltato tutto l'ambaradan, Vangelo compreso.
Era parecchissimo tempo che non ascoltavo un vangelo e, questo di Giovanni, proprio me lo ero dimenticato.
Premetto che non sono nè credente nè ateo. Sono agnostico. Per chi non sa cosa significhi ecco una breve quanto chiara spiegazione: L'agnosticismo (dal greco a-gnothein let. non sapere) è una posizione concettuale in cui si sospende il giudizio rispetto ad un problema poiché non se ne ha (o non se ne può avere) sufficiente conoscenza.

Se non sbaglio, la trasformazione di acqua in vino alle nozze di Cana è stato il primo "miracolo" di Cristo. Un ottimo esordio.
Orbene, passino le resuscitazioni, i raddrizzamenti di storpi, le guarigioni miracolose (ciechi che vedono, paralitici che camminano, affamati che ottengono pani e pesci ecc.). Sono "miracoli" ben ben utili oltre che "incredibili". Roba che fa del gran bene, che risolve la vita ai malcapitati miracolandi, ma sinceramente che la mamma di Gesù, nel bel mezzo di una festicciola di matrimonio, guardando il figliolo dica "Non hanno più vino" come dire <Sù Gigi, fa qualcosa> (il chè tra l'altro mi fa pensare che Maria avesse già avuto modo di testare questa "ostaica" capacità del Cristo) e che il Figlio, tra lo scocciato e il bonario, rispondesse "Che ho da fare con te, o donna" dicendo nulla, ma sottointendendo che avrebbe fatto il necessario per "salvare" quell'incresciosa situazione (tant'è vero che Maria disse ai servi "fate quello che vi dirà"), beh, sinceramente trovo questo "miracolo" un po’ fantasmagorico e inutile, sia per chi lo fece (ma lo fece?) sia per chi, come la nostra grande Chiesa, ce lo ripropone annualmente pensando che, nel 2007, si rimanga ancora tutti lì, a bocca aperta, come nell'anno zero.

Preferisco il mago Casanova. E' più divertente. I suoi “miracoli” sono molto più credibili e ce li propinano una volta sola... così almeno si spera.

09 novembre 2006

IL CORSERA DA I NUMERI

Sul Corriere Della Sera di oggi 09/11/2006, in Prima Pagina c’è una notizia, si fa per dire, “carina”.

Il quotidiano nazionale più diffuso d’Italia, una volta tanto, parla di Genova e annuncia, per bocca della sua giornalista Erika Dellacasa, che parla per bocca del dirigente dei servizi funebri del Comune di Genova, certo Luciano Dolcetti, che parla, ma non sa cosa dice, riguardo le cosiddette “salme senza interesse” (quelle che nessuno rivendica e che nessuno si prende la briga di voler tumulare a proprie spese e quindi a carico del Comune) rivelando che sono ben il 30%, cioè 1 su 3.

Tanto per dare un’idea ecco alcune medie di altre città: Torino 5,5% - Napoli 5% - Bologna 1,5% - Milano 1,2%.

Ma Genova no. Non ha l'1,5% o il 3%. Genova, la città col più famoso cimitero del mondo, ha il 30%. Vabbè che dicono che i genovesi sono tirchi, ma non esageriamo!

Se così fosse il Comune sarebbe già fallito (e comunque, se continua ad avvalersi dell’opera di “dolcetti” di questo tipo, fallirà sicuramente prestissimo).

Quello che più m’incuriosisce è perché Il Corsera si sia preso la briga di “sbattere” in 1ma pagina una notizia così importante e soprattutto così ben documentata!

Speriamo che non ci aumentino le tasse…

31 ottobre 2006

LA BELLA LAVANDERINA

Una volta la bella lavanderina era bella anche se brutta, perché era bello il suo mestiere. Un mestiere pulito per antonomasia. Sano e socializzante, svolto all’aperto nei lavatoi comuni e profumato perché lasciava una rimembrabile fragranza di sapone di Marsiglia e lavanda.

Oggi le lavanderine sono tutte brutte. Quadrate, metalliche, rumorose, vibranti, programmabili ma, in compenso, più pratiche ed alla fine meno costose. Sempre che qualcuno non ci metta lo zampino.

Oggi le fragranze ci sono tutte, anzi forse troppo e troppe. Peccato che si tratti di fragranze virtuali ossia prodotte chimicamente e quindi non solo “finte”, ma anche in gran parte nocive e tossiche.
Beh, la tecnologia e il progresso si sa, in qualche modo si devono pur pagare. Quello che invece non mi va proprio giù, è dover pagare più del dovuto come di consueto, grazie alle solite multinazionali che c’inchiappettano in modo subdolo e truffaldino.

Andate sotto il lavandino, prendete il vostro detersivo e guardate cosa riporta la composizione. Munitevi di lente d’ingrandimento, ci vuole.
Fra i componenti, dai nomi così chimici che più chimici non si può, troverete: la Zeolite e probabilmente sarà indicata anche la quantità: dal 15 al 30%. No, non è che potete trovare un detersivo che indichi 15% un altro il 23% e un altro ancora 30%. La dicitura riporta: contiene Zeolite dal 15 al 30 percento e già questa subdola imprecisione, mi fa inc..are non poco e mi induce a pensare che sicuramente la quantità sarà pari al “massimo della pena”, cioè 30%.
Ma è mai possibile le che supertecnologiche multinazionali dei detersivi, dotate di sofisticati macchinari ad alta precisione per l’inscatolamento del prodotto, non siano in grado di dire con assoluta esattezza (al milligrammo) quanta minchia di zeolite ci mettano nei loro Dixan, Ariel, Ava, Bio Presto, Dash e compagnia bella!?
E poi, perché ce la mettono? Per fotterci in modo pulito?
Si.

Ho chiesto alla solita vecchietta genovese al supermercato cosa sa della zeolite: “…a saià na cossa bunna” (sarà una cosa buona). Un pò monotona, ma si sa, la gioventù è …candida.

Sempre in parole povere, poverissime, le zeoliti sono minerali a struttura cristallina. Praticamente polvere di marmo.

E cosa ci fa dentro il mio detersivo? Ottima domanda. Ci fa peso. Ci fa da “copri macchie”. Ci fa da sostituto del fosforo che, lui sì, è proibito dalla legge. Ci fa venire il prurito (mai capitato di grattarvi sotto la camicia pulita o peggio, sotto le mutande pulite? La zeolite ha colpito ancora).
Poi, quando scarichiamo la nostra “bella lavanderina” in mare o nei fiumi, le molecole insolubili della zeolite restano in sospensione e creano uno strato impermeabile che impedisce la crescita della flora acquatica e conseguente moria della sempre acquatica fauna.

Ma veniamo al portafoglio e facciamo due calcoli in grande. In Italia vengono venduti annualmente 360.000 tonnellate di detersivi in polvere pari ad un fatturato di Euro 630.000.000 (seicentotrentamilioni). Se pensiamo che il 30% del prodotto che acquistiamo è zeolite, noi spendiamo 189.000.000 (centoottantanove milioni di Euro) per portarci a casa 108.000 (centoottomila) tonnellate di polvere di marmo.
Michelangelo farebbe i salti di gioia, ma noi no, porco bue!

Ma la cosa più comica di tutte è che grazie alla pubblicità “terrore del calcare” (calcare che ci mettono dentro al 30%) ci fanno comprare appunto gli “Anticalcare”. Pensate davvero che questo diabolico e contorto vortice finisca qui? Sbagliato!

Negli “anticalcare” in polvere non c’è dal 15 al 30% di zeolite, magari!
Ce n’è dal 70 al 75 % !

Il cerchio si chiude con l’acquisto di una nuova “lavanderina” e un’abondantissima zuppetta di pesce in salsa tensiottiva.
Prosit e figli maschi.

28 ottobre 2006

CARTOONIA?


Ha decisamente ragione la Gardini.

Vladimir Luxuria, all’anagrafe (e alla Camera dei Deputati) registrato come Wladimiro Guadagno, nato (dico nato) a Foggia il 24 giugno del 1965, gonne e tacchi alti, rossettone sulle labbrone e lunghi capelli imparruccati e viso super-cosmeticato, deve fare la pipì negli orinatoi, in piedi, come tutti i maschietti che si rispettino.
Anziché abbassare la lampo, dovrà alzare le gonne, ma è una sua scelta.

Però la cosa che mi meraviglia di più è che qualche Roger Rabbit del Palazzo, abbia avuto la brillante idea di deputare al Governo Italiano, nella commissione Cultura, Scienza ed Istruzione, un individuo (o devo dire una individua?) così scontento di se stesso da voler essere un’altra persona.
Ci sarà da fidarsi? :-)

Vabbeh, non preoccupiamoci, tanto siamo tutti in un cartone animato

27 ottobre 2006

Prodillo


Nella foto un nuovo esemplare umano (si fa per dire).
Il Prodillo

Delusione.

Beppe Grillo è entrato in simbiosi con Romano Prodi.
Il grillo parlante sparla e si schiera. Come una villetta di periferia.

Non dico altro. Basta leggere il suo ultimo intervento di oggi "I raccoglitori di margherite" nel suo blog.

25 ottobre 2006

JINGLE BELLS

Quello che vediamo nella foto è il teschio di un feto. Le altre cose che vediamo sono panettoni. Lo sfondo ve lo spiego più in là. Quello che non vediamo (perché di solito non leggiamo ed è sempre scritto piccolo piccolo) sono gli ingredienti.

Ma è giusto! porca miseria! Perché dovremmo!? Cosa cavolo andiamo a leggere sotto un panettone a Natale?
E’ Natale ragazzi! Ci sono i regali, le corse nei negozi, la neve! Jingle bells e jingle bells! Siamo tutti felici e spensierati! Bimbi, nonni, zii, cuginetti, papini e mammine … messaggini, e-mailine, pacchettini, candeline e… panettooooni, pandoooori. Pan-di-qua e pan-di-là…

E poi, anche volendo spidocchiare, cosa ci potrà mai essere in un panettone? Ma se l’ha inventato a Milano un povero diavolo, uno sguattero di cucina al servizio di Ludovico il Moro, un certo Toni (da qui “pan del Toni” = panettone”) cosa cavolo ci avrà messo! Farina, zucchero, uova, uvetta, scorzette.
Ecco cosa ci ha messo! E cos’altro poteva metterci uno, nel millequattrocento-e-rotti?
Mica c’erano i pneumatici a quei tempi!

Già, i pneumatici non c’erano. Quindi non c’era neppure il Lemonene.

Ho chiesto a una vecchietta genovese in un supermercato: "Signora lei sa, cos’è il Lemonene?"
Nu, ma se ghe l’an missu a saià na cossa bunna. U saià uin cittu de limun
Traduco: “No, ma se ce l’hanno messo sarà una cosa buona. Sarà un po’ di limone”.
Beata gioventù…

C’è. Ve lo dico io che c’è. Due anni fa l’ho anche detto al Gabibbo/Striscia/Fininvest ma non ne hanno fatto nulla. Chissà magari qualche piccolo, piccolissimo interesse per salvaguardare le colossali campagne pubblicitarie sotto Natale. Vai a vedere, a volte la gente è strana e anche i gabibbi… per un po’ “de limun” …

E allora me lo dico da solo, qua dentro. Il Lemonene nei panettoni industriali c’è, eccome! E lo scrivono pure negli ingredienti, tanto: “…a saià na cossa bunna”

Ma cos’è sto lemonene?
Viene anche chiamato Limonene con la “i” e sarebbe presente in natura (scorze di arance e limoni) ma è molto più conveniente produrlo per sintesi chimica partendo da una materia prima, anzi seconda, a costo zero. Viene usato in larga misura per aromatizzare i detersivi e gli shampi al limone e un po’ meno (ma c’è) per gli alimenti come aranciate, succhi, concentrati e … panettoni.
Questo prodotto, dal nome pro-vecchiette in parole povere, poverissime, è un’essenza derivata dalla spremitura/distillazione di pneumatici usati.

E’ così! Davvero! Noi sfasciamo la macchina ed ecco lì: chi si prende il cruscotto, chi una porta, chi il motore, chi un faro e i chimici si prendono le gomme, le mettono in un enorme frantoio e ci fanno il lemonene. I panettonari industriali lo comprano (costa meno del limone ed è più gestibile) e lo infilano tra un’uvetta e l’altra. Noi andiamo al supermercato e… jingle bells, jingle bells ci portiamo a casa un po’ di pneumatico da mangiare e far mangiare ai nostri bambini a Natale…
Io quest’anno ho preso un Pirelli perché il Firestone dell’anno scorso era un po’, come dire, asprigno.
Jingle bells sta minchia!!

In Italia (paese dei limoni come il Libano dei cedri) importiamo annualmente 16.000.000 (sedicimilioni) di tonnellate di copertoni usati per fare il lemonene. Nel 2003 a Natale, sono state prodotte e vendute 130.000 tonnellate di “Lievitati di Ricorrenza Natalizia”. Ma quanto pesa un panettone?

Facciamocelo in casa sto panettun! come Toni, farina, zucchero, uova, uvetta e scorzette. E’ più sano e ci divertiamo pure. E lo mettiamo in c..o alle industrie truffaldine che ci spazzolano sistematicamente il fondoschiena.
Jingle bells.

23 ottobre 2006

CHE BELLO!


Che bello! A 58 anni, finalmente con un figlio abbastanza cresciuto da non scassare più tutto quello che tocca, ho deciso di farmi la Ferrari.
Un modellino, naturalmente. Con tanto di motore a scoppio, barre antirollio ecc. ecc.

E così vedo che la grande casa De Agostini propone questo:
Ferrari F2004
Fascicoli: 78
Offerta speciale primo numero: 4,95 Euro
Uscite successive: 9,95 Euro cad.
Cadenza: quattordicinale
In edicola dall'11 settembre 2004.

Ed ecco che dopo il fatidico numero 78 (il momento clou del gran finale) mancano ancora dei pezzi. Vebbeh (ci diciamo noi stupidi clienti), si saranno dimenticati qualche cosa ... 79, 80, 81, 82 ...
Oggi 23 ottobre 2006 (dico 2006!) siamo arrivati al numero 91 ... e pare non sia finita! Si parla di ancora 11 o 12 numeri extra ...

Qualcuno dirà "Ma che c'importa, con tutti i problemi che ha l'Italia e gli italiani! Le tasse, la sanità, l'INPS, Tronchetti, Prodi, Berlusconi, la Jihad Islamica..."
Il punto è proprio questo. Il problema non pare così importante ma è sintomatico. E' il sintomo di una situazione sociale degradata a tal punto che non ci facciamo più caso. A tal punto che l'atteggiamento di chi agisce sul mercato è divenuto arrogante e strafottente nel fare un c..lo così a tutti. Vi assicuro che si tratta di cifre mica da poco, ma le vedremo in seguito.

La prima domanda che viene spontanea è: Ma è possibile che un'azienda colosso dell'editoria e delle vendite a fascicoli quale la De Agostini, che certamente annovera centinaia di ingenieri, pianificatori, marketing managers (senza contare le migliaia di dipendenti), forte di un’esperienza pluridecennale nel settore, non sia stata in grado di definire in anticipo il numero esatto di fascicoli necessari per il modellino?
Ma cos'è? Sono aumentati i pistoncini, le puleggine, gommine e ruotine nel frattempo?
O peggio, hanno iniziato la fascicolazione a "brettio" (casualmente) senza sapere quando finirà l'intero "ambaradan"? Non ci credo e non ci crede nessuno.
Qui si tratta di intenzionalità. Subdola, malevola e pianificata! Si tratta di mancanza di rispetto nei confronti dei propri clienti.

Allora facciamo due conti:
quei pistola come me che hanno iniziato il modellino avevano preventivato di spendere la bellezza di Euro 776,10 (78 numeri x Euro 9,95).
Dal n° 78 al n° 91 ci sono ulteriori 13 fascicoli pari a Euro 129,35 (256.000 lire circa!) in più di quello che si voleva spendere! E perché? Perché hanno fatto male i conti? Perché ci sono più pezzi di quello che pensavano? Ma non scherziamo!
Io non ho idea di quante persone abbiano iniziato questo modello (ma se andate sul sito della De Agostini Edicola, c’è un forum (http://www.deagostiniedicola.it/forum/forum.asp?FORUM_ID=20231) al quale partecipano parecchie persone e non è detto che tutti i modellisti sappiano di questo forum, io ad esempio l’ho scoperto solo ora perché sono incazzato). Ma ammettiamo che siano un 2.000/2.500 (se no la De Agostini mica lo metteva in produzione).
Abbiamo detto 256.000 lire IN PIU’ per n° 2.000 modellisti fa: 512.000.000 di Lire (MEZZO MILIARDO). Sono troppi? Sono pochi? Ma anche fossero la metà porco bue! Non lo so ma non credo di essere molto lontano dalla vertà.
La verità è che si tratta di un business sistematico che probabilmente viene moltiplicato per le innumerevoli iniziative di questo tipo da parte della De Agostini e noi ci sentiamo frustrati e presi per il c…lo. E il bello (eufemismo) è che non è ancora finita e non si sa a quale numero si fermerà questo tantaliano supplizio. Doveva essere una cosa bella, ludica e divertente e invece è diventata una ulteriore fregatura da intascare e via.

Poi la chicca finale. Dal numero 90 incluso, la De Agostini (senza nessun preavviso) ha aumentato il prezzo dei fascicoli da Euro 9,95 a Euro 10,50 (0,55 euro pari a MILLELIRE! A fascicolo.
Così tanto per variare! Se no sai che monotonia…
Ma lo sapete che ci sono dei fascicoli con dentro solo un elastichino minuscolo e te la fanno pagare 20.000 lire?!?
Ma è legale tutto questo? Non lo so ma la De Agostini certamente si sarà premunita legalmente e comunque chi è che si rivolge ad un avvocato (costoso e menoso) per una faccenda da millelire? E la De Agostini questo lo sa, eccome.

Ultimissima chicca che disegna perfettamente il quadro di come certe grandi e potenti aziende gestiscono la gente fin nei minimi dettagli.
Come dicevo prima ho scoperto il forum De Agostini Edicola perchè mi sono un po’ arrabbiato per queste cosucce e volevo chiedere informazioni ma soprattutto dire la mia.
Ho scritto sul loro forum praticamente quello che dico qui. Posto il messaggio e, come tutti, vado a rileggermelo nel suo contesto... Non c’è. Come non c’è?, non mi ha dato nessun errore… allora (sono un informatico) torno in dietro, rivado avanti e lo vedo finalmente inserito in fondo agli altri posts, ma noto che a fianco del titolo c’è scritto “non moderato”.
Per chi non lo sapesse significa che il post è stato inserito nel forum, ma è visibile solo dagli amministratori/moderatori e da colui che lo ha scritto, fino al momento in cui gli stessi moderatori lo approvano definitivamente.
Indovinate.
Esatto, il mio post è stato cancellato e lo posso provare perché quando era visibile e “non moderato” ho salvato il tutto sul mio hard disk e prima o poi lo metterò in linea qua dentro per farlo vedere a tutti.
Naturalmente non mi sono fermato lì anche se con disgusto avevo capito già tutto e ho scritto un messaggio personale all’amministratore del forum chiedergli “per cortesia” la motivazione della cancellazione.
Vi quoto la risposta “onestamente non so risponderti, forse il tuo msg l'ha concellato qualche moderatore. Generalmente, e' di regola che quando avviene una cancellazione l'utente viene avvisato via e-mail del motivo di tale cancellazione. Se si dovesse ripetere quanto ti e' accaduto (e senza e-mail di motivazione) per cortesia avvisami, che prendo provvedimenti Grazie e benvenuto sul forumciao gasp

Ennesima presa in giro.
E allora ho deciso di fondare questo Blog. Non mi leggerà nessuno ma perlomeno allevierà la mia frustrazione di dover vivere in questo tipo di società che ne io, ne voi, ne Beppe Grillo e altre brave persone, potremo mai cambiare fintanto che qualche "non brava persona" sarà più potente di noi.